Nei sistemi
distributivi moderni di
cui abbiamo provato a descrivere le formule e le caratteristiche di
localizzazione, la vera competizione si è evoluta dalla competizione
tra impresa e impresa, attività ed attività, a competizione tra luoghi
del commercio, essendo questa la preferenza primaria che esprime il
consumatore. Infatti prima di tutto si decide dove andare ad acquistare
e poi si mettono in atto le azioni di acquisto dei prodotti nelle
diverse attività commerciali lì presenti. La decisione è influenzata
dai valori che un luogo del commercio esprime in relazione agli altri,
dai vantaggi competitivi che ogni consumatore riconosce ad uno
piuttosto che ad un altro delle diverse aggregazioni commerciali
presenti sul territorio raggiungibile.
Abbiamo
a lungo descritto la storia
del commercio e delle città, soprattutto del centro delle città, e poi
anche della lunga tradizione storica e documentata di fiere e mercati,
nell’area emiliana ma non solo, perché così a questo punto è più facile
comprendere che i vantaggi competitivi di mercati ambulanti e mercati
coperti sono rappresentati proprio dal fatto che le abitudini
consolidate e il riconoscimento di queste formule datano anni, decenni
e addirittura secoli e quindi sono indelebili dalla memoria collettiva,
si è stratificata una sorta di pista antica nel ricordo e nel vissuto
collettivo delle città. Ma il tempo ha anche determinato le
caratteristiche principali che i mercati hanno acquisito come vantaggio
e come differenziazione dagli altri luoghi del commercio. Certo tra
queste caratteristiche ce ne sono alcune sempre presenti, anche se in
misura diversa, e tra queste c’è certamente la vivacità, il colore,
l’allegria fatta dalla gente e dai rumori spontanei, voci, trattative,
richiami di alcuni venditori, dalla varietà dei prodotti, dalla
simpatia di un luogo meno formale e tradizionale rispetto ad una strada
o ad un centro commerciale, una maggiore libertà di vedere e toccare la
merce, un rapporto cioè più diretto ed immediato con i prodotti, e per
i prodotti alimentari viene riconosciuta la freschezza e a volte la
tipicità, un relazione più cordiale e autentica nella trattativa di
vendita.
Certo alcuni mercati di grandi dimensioni o quelli più
specializzati
possono anche avere diversi e aggiuntivi vantaggi competitivi, per
l’interesse e la curiosità o cento altre motivazioni che ne fanno delle
vere attrattive commerciali, dei magneti nel loro complesso. Ma tutti i
mercati possono dire di confermare queste caratteristiche che ho
definito vivacità, colore e simpatia. Questi vantaggi sono poi così
scontati che qualche volta si dimentica di valorizzarli e poi sono di
così notevole importanza che non si fa molto per rafforzarne il
significato nella opinione e nelle idee dei consumatori. Il fatto poi
che questi “plus”, oltre che risalire nel tempo sono sempre presenti,
ci consente di pensare ad affrontare i mercati ambulanti e i mercati
coperti con un sistema di interventi migliorativi, come un modello da
ripetere come metodo nelle diverse realtà.
Gli obiettivi del miglioramento certo possono essere diversi,
recuperare vendite, incrementare produttività, aggiornare la formula,
insomma comprendere quali sono le aree di debolezza e attenuarle e
razionalizzare e consolidare i punti di forza. Anche in un mercato si
possono declinare le tradizionali analisi sull’assortimento, sulle
dimensioni del mercato, sui target di clientela, sul prezzo, che si
possono fare per qualsiasi impresa commerciale o luogo del commercio.
Certo che, ad esempio, invece di assortimento inteso come ampiezza e
profondità di prodotti si studierà la numerica e la caratteristica
merceologica dei banchi; l’esposizione non sarà tanto quella del
singolo operatore ambulante ma la sequenza delle merceologie o le
logiche con cui sono presentate e via di seguito adattando i criteri di
analisi commerciale e di marketing alla realtà di questi luoghi del
commercio.
E le iniziative di marketing saranno sempre orientate ad
accrescere la
forza di attrazione, di specializzazione, la forza commerciale insomma
del mercato, non solo con il continuo insistere sui valori del mercato
rispetto ai concorrenti ma anche pensarne di nuovi soprattutto in
termini di servizio e promozionali. E se parliamo di servizio, prima
ancora di servizi comuni e innovativi e confrontabili anche con il
commercio in sede fissa, che è tema importantissimo da affrontare,
credo sia utile ricordare che l’orario è uno dei primi elementari
elementi di servizio.
Infine le attività di marketing di un mercato possono essere
anche
spesso attività di mantenimento, di ordine e di regole e soprattutto di
immaginare iniziative anche ripetibili, magari con alcune varianti, in
altri mercati le cui aree di influenza non si sovrappongono ( consorzio
di mercati, come dire di secondo livello ?).
Per fare ciò non mi stancherò mai di proporre un progetto
formativo
rivolto ai giovani, che produca risorse preparate e che poi si affinino
come in un work in progress, cioè facendo esperienza e confronti nel
corso dell’attività lavorativa. Solo con questo percorso inoltre i
costi delle risorse umane possono essere compatibili con risorse
economiche non ingenti. Risorse che possono supportare diversi mercati
ambulanti, o anche consorzi e associazioni di operatori e anche magari
associazioni di via o simili e poter così creare nuove opportunità per
i sistemi distributivi che ci piace continuare a chiamare i luoghi del
commercio, nuove professionalità e occasioni di lavoro e modalità
associative imprenditoriali indirizzate verso scopi e finalità più
commerciali.