Storia dei mercati - 3 di 5
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Genova 09/11/2008
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Il commercio diventa una specializzazione di un gruppo sociale (non solo merci, numeri, incassi) ma anche esperienze, attitudini e competenze e anche osservazione ed interpretazione dei fenomeni economici e sociali. I commercianti, spesso anche viaggiatori sono stati : popolo, casta, etnia, pensiamo a Fenici, Indiani, Ebrei………….

immagine pesciaio medio evoI commercianti sono un gruppo aperto cominciatosi a formare in epoca lontana e arrivato fino ad oggi con caratteristiche simili e c'è un epoca di formazione di questo ceto con le caratteristiche vicine a quelle moderne: il MEDIOEVO.

Dopo la caduta dell' Impero Romano, i sistemi diventano chiusi, lo spazio per i mercatores non soggetti al patto feudale si restringe, il gruppo non è difeso qualche volta assimilato alla usura (acquisto ad un prezzo e rivendo ad uno maggiore ma questo soprattutto dalla Chiesa e dai prelati) ed è estraneo alla disciplina, e si insedia dapprima intorno ai castelli, poi rivitalizzano le città, i borghi (borghesi).
Apparentemente sembra ceto emarginato ma poi tutti hanno bisogno di banchieri e commercianti e qualche volta i due mestieri si confondono. Ma la funzione che svolgono è essenziale e la loro forza in alcuni casi aumenta fino a costituire le leghe dei commercianti, e la Lega Anseatica ne è l'esempio più forte e più conosciuto. I costumi di questo ceto sono aperti, liberi, civili, evoluti Lo loro attività nel mediterraneo li porta a contatto e ad avere un rapporto con l'Islam meno conflittuale di quello che la storia di guerra racconta. Marco Polo, commerciante, è uomo nuovo e cittadino del mondo, simbolo di una categoria che unisce intraprendenza e curiosità e abilità nell'intrattenere rapporti. Il sistema delle corporazioni sopravvive fino alla Rivoluzione Francese ma nel medioevo ci sono episodi di modernità di cui sono protagonisti i commercianti. Ad esempio, sono loro che richiedono dovunque quando possono l'utilizzo del Diritto Romano uguale per tutti, invece di quello feudale diverso per ogni luogo o territorio e soprattutto spesso incerto e comunque piegato al volere del feudatario. Questo gruppo sociale e professionale sostiene la lotta dei comuni italiani contro Federico Barbarossa, celebrata dalla Sala della Ragione in piazza Erbe, Frutti e Signori a Padova. Promuovono e realizzano strutture urbane e commerciali, logge, sedi di corporazioni, mercati pubblici.

Molti sono quindi gli argomenti per creare o rafforzare un sentimento di orgoglio e dignità del ceto dei commercianti qualche volta indebolito da critiche poco comprensibili.

foto mercato primi del '900Continua sempre ricca la vicenda storica ed economica di questa professione e nelle città si osservano nei secoli del rinascimento e successivi anche nuove tipologie di case : bottega sotto e sopra abitazione. Per il commercio si usano oltre alle strade anche : i ponti ( Rialto a Venezia, ponte Vecchio a Firenze e il vecchio doppio ponte di Pont Neuf di Parigi e il ponte di Londra. Gli architetti sono coinvolti nelle iniziative di costruzioni commerciali (anche recentemente si recupera questa abitudine coinvolgendo importanti architetti moderni nella progettazione dei centri commerciali). I luoghi del commercio sono incisi nella mente dei cittadini, secolo dopo secolo sono memoria collettiva e della fruizione della città. Il legame luogo/presenza di attività commerciali è anche la regola dei centri commerciali (teoria del Central Place).

Quando si afferma la rivoluzione borghese, le libertà politiche e di impresa aumentano e più grandi diventano le città, più attraenti, e più numerosi diventano con l'estensione del salariato i ceti che acquistano e così alla bottega familiare si affianca e poi succede il negozio e vediamo nel tempo il bazar e il drugstore (in Europa e negli Stati Uniti). Compaiono anche i negozi specializzati per segmenti di mercato (benestanti, piccola borghesia, popolo) oltre che per settore merceologico.

Appare il grande mercato alimentare, prima a Londra il Covent Garden, oggi recuperato ma sempre con funzione commerciale, poi le Halles a Parigi, poi abbattute ma nello stesso punto viene realizzato un grande centro commerciale interrato (Forum des Halles).
Poi ancora la galleria (Londra ma naturalmente Milano, Napoli e anche Roma, Torino, Genova e si valorizzano i nuovi materiali, il ferro ed il vetro, si utilizza la luce naturale) e all'interno delle gallerie che recuperano una modalità di presentazione così diffuso nella ns. regione, e cioè il porticato, si confondono e si integrano non solo le funzioni commerciali ma anche quelle di servizio, ristorazione, intrattenimento e la socializzazione, le persone si incontrano, passeggiano, parlano, fanno affari.
E poi sempre recuperando i nuovi materiali ecco i grandi magazzini, nel 1860 a Parigi Coin de Rue e nel 1876 Eiffel e Boileau costruiscono un edificio per Bon Marchè.
foto venditori tappeti al mercatoSiamo quindi alla Distribuzione Moderna, alla sua nascita, poi allo sviluppo e qui ne conosciamo tutti la storia come vissuto recente, non più moderno ma contemporaneo. Ne elenchiamo alcune formule: le imprese che operano con succursali, o associazioni, o si legano con affiliazioni. Si diffonde il self-service che appare la prima volta in Francia intorno al 1850 e rappresenta quell'insieme di tecniche di vendita, prezzi bassi, libertà di accesso e possibilità di reso.

La regione Emilia Romagna è assai ricca di tradizioni sia nel piccolo commercio che nel commercio ambulante. La storia dai secoli del Medioevo ad oggi vede il ruolo centrale delle attività commerciale nel disegnare non solo le strutture urbanistiche delle città, con piazze e vie che sin dall'inizio presentano le caratteristiche di vocazione commerciale, ma anche un ruolo importante nella evoluzione del territorio, grazie a veri e propri sistemi di mercati, fiere e sagre.

Ricerche storiche perfezionano la conoscenza di questi sistemi legata all'evoluzione delle città ma anche dei borghi, e alla attività rurale e contadina; ci si è soffermati da parte di alcuni sul ruolo e la storia e i documenti in riferimento a:

  • Sant'Arcangelo e il territorio riminese, Verucchio e Rimini;
  • Cesena, dove i mercati e le fiere si formano con la città stessa;
  • Forlì, qui il mercato si evolve con la città e l'economia del suo territorio;
  • Lugo di Romagna, il cui mercato vanta già almeno seicento anni di vita;
  • Imola, che da città romana a oggi vede sempre un consistente commercio minore.

Una vera storia di commercio e mercati c'è a Bologna e negli altri territori emiliani:

  • La Piazzola, un grande mercato in simbiosi da secoli con la città;
  • S. Giovanni in Persiceto, ricca per il mercato e le fiere che consolidano una antica storia e modificano la struttura cittadina;
  • Ferrara, che vanta una storia di mercati e fiere in una autentica città d'arte;
  • Bondeno, una città di mercato di confine nel territorio ferrarese;
  • Scandiano, un paese che si fa largo in un sistema di mercati e fiere forte come quello che possiedono Modena, Reggio e Parma, la fiera di Castelnovo nell'Appennino Reggiano;
  • il vero e proprio sistema integrato di fiere nel piacentino.

Per approfondire informazioni e documenti rimandiamo alla straordinaria pubblicazione di Carlo Malerba  "Ambulanti, Mercati, Fiere, Botteghe" pubblicato da Nuovo Cescot Emilia Romagna. Questa la storia di una regione, di una grande area di importanti tradizioni nel settore dei mercati e del commercio ambulante, mentre tutto il commercio si è rinnovato e sempre più ruolo hanno non tanto le imprese singole ma i luoghi del commercio.

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