Il commercio
diventa una
specializzazione di un gruppo sociale (non solo merci, numeri, incassi)
ma anche esperienze, attitudini e competenze e anche osservazione ed
interpretazione dei fenomeni economici e sociali. I commercianti,
spesso anche viaggiatori sono stati : popolo, casta, etnia, pensiamo a
Fenici, Indiani, Ebrei………….
I commercianti sono un gruppo
aperto cominciatosi a formare in epoca
lontana e arrivato fino ad oggi con caratteristiche simili e c'è un
epoca di formazione di questo ceto con le caratteristiche vicine a
quelle moderne: il MEDIOEVO.
Dopo la caduta dell' Impero Romano, i sistemi diventano
chiusi, lo
spazio per i mercatores non soggetti al patto feudale si restringe, il
gruppo non è difeso qualche volta assimilato alla usura (acquisto ad un
prezzo e rivendo ad uno maggiore ma questo soprattutto dalla Chiesa e
dai prelati) ed è estraneo alla disciplina, e si insedia dapprima
intorno ai castelli, poi rivitalizzano le città, i borghi (borghesi).
Apparentemente sembra ceto emarginato ma poi tutti hanno bisogno di
banchieri e commercianti e qualche volta i due mestieri si confondono.
Ma la funzione che svolgono è essenziale e la loro forza in alcuni casi
aumenta fino a costituire le leghe dei commercianti, e la Lega
Anseatica ne è l'esempio più forte e più conosciuto. I costumi di
questo ceto sono aperti, liberi, civili, evoluti Lo loro attività nel
mediterraneo li porta a contatto e ad avere un rapporto con l'Islam
meno conflittuale di quello che la storia di guerra racconta. Marco
Polo, commerciante, è uomo nuovo e cittadino del mondo, simbolo di una
categoria che unisce intraprendenza e curiosità e abilità
nell'intrattenere rapporti. Il sistema delle corporazioni sopravvive
fino alla Rivoluzione Francese ma nel medioevo ci sono episodi di
modernità di cui sono protagonisti i commercianti. Ad esempio, sono
loro che richiedono dovunque quando possono l'utilizzo del Diritto
Romano uguale per tutti, invece di quello feudale diverso per ogni
luogo o territorio e soprattutto spesso incerto e comunque piegato al
volere del feudatario. Questo gruppo sociale e professionale sostiene
la lotta dei comuni italiani contro Federico Barbarossa, celebrata
dalla Sala della Ragione in piazza Erbe, Frutti e Signori a Padova.
Promuovono e realizzano strutture urbane e commerciali, logge, sedi di
corporazioni, mercati pubblici.
Molti sono quindi gli argomenti per creare o rafforzare un
sentimento
di orgoglio e dignità del ceto dei commercianti qualche volta
indebolito da critiche poco comprensibili.
Continua sempre ricca la vicenda
storica ed economica di
questa
professione e nelle città si osservano nei secoli del rinascimento e
successivi anche nuove tipologie di case : bottega sotto e sopra
abitazione. Per il commercio si usano oltre alle strade anche : i ponti
( Rialto a Venezia, ponte Vecchio a Firenze e il vecchio doppio ponte
di Pont Neuf di Parigi e il ponte di Londra. Gli architetti sono
coinvolti nelle iniziative di costruzioni commerciali (anche
recentemente si recupera questa abitudine coinvolgendo importanti
architetti moderni nella progettazione dei centri commerciali). I
luoghi del commercio sono incisi nella mente dei cittadini, secolo dopo
secolo sono memoria collettiva e della fruizione della città. Il legame
luogo/presenza di attività commerciali è anche la regola dei centri
commerciali (teoria del Central Place).
Quando si afferma la rivoluzione borghese, le libertà
politiche e di
impresa aumentano e più grandi diventano le città, più attraenti, e più
numerosi diventano con l'estensione del salariato i ceti che acquistano
e così alla bottega familiare si affianca e poi succede il negozio e
vediamo nel tempo il bazar e il drugstore (in Europa e negli Stati
Uniti). Compaiono anche i negozi specializzati per segmenti di mercato
(benestanti, piccola borghesia, popolo) oltre che per settore
merceologico.
Appare il grande
mercato
alimentare,
prima a Londra il Covent Garden,
oggi recuperato ma sempre con funzione commerciale, poi le Halles a
Parigi, poi abbattute ma nello stesso punto viene realizzato un grande
centro commerciale interrato (Forum des Halles).
Poi ancora la galleria (Londra ma naturalmente Milano, Napoli e anche
Roma, Torino, Genova e si valorizzano i nuovi materiali, il ferro ed il
vetro, si utilizza la luce naturale) e all'interno delle gallerie che
recuperano una modalità di presentazione così diffuso nella ns.
regione, e cioè il porticato, si confondono e si integrano non solo le
funzioni commerciali ma anche quelle di servizio, ristorazione,
intrattenimento e la socializzazione, le persone si incontrano,
passeggiano, parlano, fanno affari.
E poi sempre recuperando i nuovi materiali ecco i grandi magazzini, nel
1860 a Parigi Coin de Rue e nel 1876 Eiffel e Boileau costruiscono un
edificio per Bon Marchè.
Siamo quindi alla Distribuzione
Moderna, alla sua nascita, poi allo
sviluppo e qui ne conosciamo tutti la storia come vissuto recente, non
più moderno ma contemporaneo. Ne elenchiamo alcune formule: le imprese
che operano con succursali, o associazioni, o si legano con
affiliazioni. Si diffonde il self-service che appare la prima volta in
Francia intorno al 1850 e rappresenta quell'insieme di tecniche di
vendita, prezzi bassi, libertà di accesso e possibilità di reso.
La regione Emilia Romagna è assai ricca di tradizioni sia nel
piccolo
commercio che nel commercio ambulante. La storia dai secoli del
Medioevo ad oggi vede il ruolo centrale delle attività commerciale nel
disegnare non solo le strutture urbanistiche delle città, con piazze e
vie che sin dall'inizio presentano le caratteristiche di vocazione
commerciale, ma anche un ruolo importante nella evoluzione del
territorio, grazie a veri e propri sistemi di mercati, fiere e sagre.
Ricerche storiche perfezionano la conoscenza di questi
sistemi legata
all'evoluzione delle città ma anche dei borghi, e alla attività rurale
e contadina; ci si è soffermati da parte di alcuni sul ruolo e la
storia e i documenti in riferimento a:
Sant'Arcangelo e il
territorio riminese, Verucchio e Rimini;
Cesena, dove i mercati e le fiere si formano con la città
stessa;
Forlì, qui il mercato si evolve con la città e l'economia
del suo territorio;
Lugo di Romagna, il cui mercato vanta già almeno seicento
anni di vita;
Imola, che da città romana a oggi vede sempre un
consistente commercio minore.
Una
vera storia di
commercio e
mercati c'è a Bologna e negli altri territori emiliani:
La Piazzola, un grande
mercato in simbiosi da secoli con la
città;
S. Giovanni in Persiceto, ricca per il mercato e le fiere
che consolidano una antica storia e modificano la struttura cittadina;
Ferrara, che vanta una storia di mercati e fiere in una
autentica città d'arte;
Bondeno, una città di mercato di confine nel territorio
ferrarese;
Scandiano, un paese che si fa largo in un sistema di
mercati e fiere forte come quello che possiedono Modena, Reggio e
Parma, la fiera di Castelnovo nell'Appennino Reggiano;
il vero e proprio sistema integrato di fiere nel piacentino.
Per
approfondire
informazioni e
documenti rimandiamo alla straordinaria pubblicazione di Carlo
Malerba "Ambulanti, Mercati, Fiere, Botteghe" pubblicato da
Nuovo Cescot Emilia Romagna. Questa la storia di una regione, di una
grande area di importanti tradizioni nel settore dei mercati e del
commercio ambulante, mentre tutto il commercio si è rinnovato e sempre
più ruolo hanno non tanto le imprese singole ma i luoghi del commercio.